Notre Dame de Paris: lo spettacolo che incanta

Continua il tour di Notre Dame de Paris, il musical di Luc Plamondon, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore francese Victor Hugo. Le musiche sono firmate da Riccardo Cocciante e il libretto italiano da Pasquale Pannella. Un successo assicurato dall’ensemble dei suoi autori ma soprattutto dal talento dei suoi interpreti, che hanno calcato i palcoscenici di Francia, Italia, USA, Gran Bretagna, Russia, Spagna, Corea del Sud, Belgio, Svizzera e Canada. In scena dal 1998 in Francia, lo spettacolo arriva in Italia nel 2002 e, dopo aver festeggiato il suo decimo compleanno nel 2012, torna a teatro con il suo cast originale. Un bel traguardo per una storia tutt’altro che “leggera”: dimenticate il film d’animazione Disney e i suoi eroi, la storia originale portata in scena è tutt’altra cosa. Il bel Febo è un dongiovanni dal cuore incerto, l’arcidiacono Frollo privo di ogni scrupolo, Quasimodo incredibilmente fragile e umano, Esmeralda è una piuma, Fiordaliso è l’amore tradito, gli zingari un corale appello alla libertà, sfrenata e senza limiti.
Nessun secondo posto. In questo spettacolo non esistono personaggi secondari. I ballerini e gli acrobati non sono un piacevole contorno, bensì parte dell’anima della narrazione. Difficili da relegare in un cantuccio, sono scenografici, energici, irriverenti, irruenti, fantastici.
La musica è al contempo un mezzo e un messaggio stesso, veicola emozioni forti e contrastanti, a tratti torbide e a tratti incredibilmente cristalline o sfacciate.
Nel suo paese d’origine quest’opera popolare ha visto un successo senza precedenti. La critica l’ha eletta quasi all’unanimità come una delle migliori rappresentazioni degli ultimi tempi e, a parte qualche dissenso, l’ammirazione del pubblico per la messa in scena, i costumi, le musiche e la piece nel suo complesso, ha avuto come risultato numeri da capogiro: 15 milioni di spettatori con oltre 4500 repliche rappresentate in tutto il mondo. L’Italia non è da meno, con più di 1000 repliche all’attivo.
Nel mondo moderno che grida all’inclusione e l’accoglienza, prova a proteggere la libertà personale, punisce ancora le emozioni più viscerali imbavagliandole e recrimina ogni forma di diversità, la Parigi di fine 1400 sembra più vicina e attuale che mai. La corte dei miracoli non è più lo spazio e il rifuggio dei folli e gli artisti di strada, è un miscuglio di storie in cui, siamo pronti a scommettere, ognuno di noi può ritrovarsi. Questo e l’incredibile bravura e sensibilità dei suoi interpreti rendono quest’opera immune al tempo, accolta ancora e ancora con vivo entusismo.