LA RICETTA DEL SELFIE PERFETTO

Ingredienti:
Uno smartphone
Pazienza q.b. (e anche di più)
Uno sfondo
Il profilo migliore
Un braccio abbastanza lungo (o un’asta)
L’angolatura del sorriso misurata al mm
L’outfit nuovo e/o la manicure fresca
Uno specchio
Guarnire con:
Pazienza q.b. (e anche di più)
Uno sfondo
Il profilo migliore
Un braccio abbastanza lungo (o un’asta)
L’angolatura del sorriso misurata al mm
L’outfit nuovo e/o la manicure fresca
Uno specchio
Guarnire con:
cani, gatti, libri, amici, aperitivi, citazioni ed emoticon.
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Si chiama selfie, l’autoscatto, ma non mica è una cosa semplice. Un po’ come fare una linea dritta con l’eyeliner o spiegare il fuorigioco alla ragazza. Lo fanno tutti e proprio per questo devi saperlo fare bene. Mento in alto, braccia lontane dal corpo, leggermente di profilo; capo provato nel camerino, posa da diva in spiaggia, birra ignorante con gli amici del fantacalcio e descrizione ad effetto… sono solo l’inizio!
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Farsi un selfie non è soltanto di moda, va fatto. Ne va dello status quo. Devi assolutamente mostrare dove sei, cosa fai, cosa bevi e con chi sei e devi farlo per bene, perchè la conta dei like è precisa e imperdonabile. E visto che a quanto pare sviluppare le proprie fotografie e comporre un album è diventato vintage, tanto vale cavalcare l’onda della selfie-mania.
Per quanto si ironizzi sulle esagerazioni che da sempre accompagnano i must di ogni generazione, infatti, non possiamo non ammettere che il selfie è una realtà quotidiana e non è nemmeno così male. E, se proprio vogliamo essere completamente onesti, ci siamo persi un po’ tutti nelle frivolezze pre-scatto, lisciandoci la gonna, ravvivando i capelli e aggiustando la telecamera come registi navigati. Poi, dopo circa mezzora ci siamo detti soddisfatti. Si, perchè “facciamoci un selfie” è una semplice abbreviazione: “facciamo una trentina di scatti e pubblichiamo la migliore” è la versione integrale.

Innanzitutto c’è il restyling trucco e parrucco: rifatevi la treccia, riprendete il ciuffo, assicuratevi che il mascara non sia colato e che la barba non assomigli ad un peluches appena uscito dalla lavatrice. Per l’abbigliamento non preoccupatevi troppo: si a giacche e top crop ma anche felpone di pail, camice a quadri, pantaloni della tuta, zaini e mocassini (magari non tutto insieme, ecco), ‘che al massimo potreste fare la figura dell’hipster.
Quando vi sentite pronti, scegliete cosa mostrare e date il via alla sistemazione tattica di sedie, bicchieri, sigarette e oggetti di vario genere in primo piano. Se volete riprendere ciò che avete alle spalle, assicuratevi che le insegne siano leggibili e gli scorci di mare o i tramonti rosa abbastanza visibili; in alternativa, ponetevi di fronte a specchi, vetrate e superfici riflettenti. Selezionate l’amico con le appendici superiori più lunghe e snodate e posizionatelo all’estremità del gruppo, in qualità di fotografo e capro espiatorio cui condannare la scarsa capacità artistica – è mossa, è brutta, un’altra, più in alto, più in basso, sei un incapace! -.

L’organo collegiale dei presenti interessati può riunirsi non prima del terzo tentativo, per deliberare la giusta frase d’accompagnamento, mentre il proprietario dello smartphone smanetta tra filtri e ritocchi. Dopo l’applicazione di luci innaturali ed emoticon inappropriate, il selfie può essere caricato sul social, con la sua descrizione, la localizzazione gps e i tag (sia benedetto il controllo tag di facebook!). Un ultimo giro di controllo, ultime modifiche e via sul web. Nell’arco dei dieci minuti successivi i partecipanti sono tenuti a commentare o aggiungere like e reazioni alla foto. Dopo l’immane fatica, ci si riposa attendendo il feedback della rete.
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Naturalmente esiste la versione solitaria del selfie, un vero e proprio stress emotivo. Se qualche piccola defiance ci è perdonata in gruppo, il selfie single esige di essere impeccabile. La scelta di una citazione (il più delle volte completamente fuori contesto) può richiedere un tempo variabile, dai 5 ai 30 minuti, ma le tappe sono pressoché le stesse dal family-selfie. Data l’assenza di collaborazione di amici pr e star dei social, gli hashtag sono fondamentali, dal più inerente fino al bistrattato #polishgirl sotto la foto del nostro sguardo famelico diretto alla parmigiana di melenzane della zia Concetta (che di polish c’ha solo la colf).
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Ma la tecnologia ci viene incontro e non solo ci fornisce programmi ad hoc per le modifiche più azzardate, ci ha anche regalato Snapchat, il paradiso del selfie dipendente! Con tanta autoironia e un pizzico di incoscienza ci si può sbizzarrire inserendo nella fotografia orecchie da cane, coroncine di fiori, orari in formato digitale e stickers vari, modificando occhi e tratti del viso o addirittura scambiandosi la faccia con un amico.
Insomma, che sia per pura velleità artistica, per immortalare una serata tra amici, un nuovo taglio di capelli, la vacanza dei sogni o per quel filo di narcisismo che scorre nelle vene di ognuno di noi, il selfie è come il nero: va bene sempre, con tutto e ovunque. Quindi diffidate da chi non conosce Instagram!