Home»Spettacolo»I POOH: IL SUCCESSO DELLA REUNION 2016

I POOH: IL SUCCESSO DELLA REUNION 2016

Giorno di pausa per lo storico gruppo italiano, che ieri sera ha chiuso la sua seconda data sold-out al Palasele di Eboli, commosso dal plauso del pubblico.
Parte proprio da Eboli l’ultimo tour nei palazzetti, il 28 e il 29 ottobre, tour che percorre in lungo e in largo lo stivale per salutare i fans e festeggiare insieme a loro 50 anni di musica. Prossima tappa Bari, il 1 e il 2 novembre, e poi avanti tutta fino al 30 dicembre, che segnerà la fine di questa Reunion, a Bologna, li dove tutto era iniziato.

Una storia lunga e piena di curve quella dei Pooh, che per mezzo secolo hanno collezionato successi dopo successi, con all’attivo 50 album di canzoni che non passano mai di moda.
La scaletta della serata è puntellata di pezzi intramontabili che cercano di riassumere in due ore e trenta di show il cammino di Roby, Dodi, Stefano, Red e del ritrovato Riccardo Fogli, che compare e scompare del palco. La sua presenza torna a illuminare la stella a cinque punte che accompagna il gruppo: sentite ed emozionate sono le parole che rivolge alla platea ed è evidente la sua gioia di calcare ancora il palco insieme ai suoi compagni.

Melodia ed energia sono le parole chiave dello spettacolo, un tripudio di bassi, batteria e tastiere, di note aggressive e attente, parole di gratitudine e malinconia, come quelle dedicate alla memoria di Valerio Negrini, cui arriva l’applauso forte degli artisti e del pubblico.

Nessuna pausa, se non per permettere a ciascun componente del gruppo di ringraziare e salutare i fans. I Pooh hanno fiato da vendere e l’energia sprizzante di Dodi e Red coinvolge il pubblico che, nel mezzo dello show, non può far altro che alzarsi e cantare a squarciagola. Mani in aria, telefonini accesi, un’onda umana che si muove a ritmo: dal palco si espande una bolla di carica ed emozione che arriva fino al parterre e alle tribune, viene assorbita e rimbalza a sua volta sugli artisti. Le dimensioni del palazzetto aiutano e l’atmosfera si fa subito calda e familiare, spezzando quell’invalicabile confine tra “noi e voi”, per una sera.

Lo spettacolo è curato nei minimi dettagli per digerire un addio che fa ancora un po’ fatica a prendere forma. Luci, fiamme, strumenti e sfondi sono una parte essenziale e imprescindibile della serata. Il conto degli anni trascorsi insieme precede la comparsa dei Pooh sul palco e da quel momento non ci si ferma più. Piccola Katy e Dammi solo un minuto fanno da apripista: dal primo album arriva Vieni fuori e Nel buio, poi i pezzi che nessuno può scordare, Uomini soli, Parsifal, La donna del mio amico, Dimmi di si, Tanta voglia di lei, Pensiero, Chi fermerà la musica, Amici per sempre.
Facchinetti introduce Pierre a circa metà dello spettacolo, una canzone modernissima che a suo tempo colpì per il coraggio e la forza con cui descrisse il tema dell’omosessualità, negli anni in cui era considerato uno sdegno anche solo pensarci. Chiude Ancora una canzone.

Cosi, con lo stesso entusiasmo con cui hanno cominciato, i Pooh si preparano a chiudere questo immenso capitolo della loro carriera e della loro vita, consapevoli che questo è solo un arrivederci. Ciascuno di loro si impegnerà in altri progetti, singolarmente. Quello che lasciano è parte di un sentimento collettivo che non finisce li dove termina la storia dei Pooh: sopravvive al tempo grazie alla passione con cui questi grandi artisti hanno contribuito ad arricchire il patrimonio della musica italiana, e all’affetto del pubblico che li ha sostenuti fino all’ultimo concerto.

Precedente

DOLCI DELLA DOMENICA: PLUMCAKE ALLA NUTELLA

Successivo

6 'AMERICANATE' CHE LASCIANO PERPLESSI GLI EUROPEI