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Sanremo 2017: sintesi e pagelle

Tutti (ri)cantano Sanremo, dopo averlo digerito.

Puntualissime arrivano le critiche prima, dopo e durante il festival di Sanremo, quest’anno alla sua 67° edizione. Piovono tweet e hashtag sui cachet di conduttori e ospiti, sui cantanti in gara, le canzoni, le mise, l’assenza del maestro Beppe Vessicchio, le eliminazioni e infine sul vincitore. Prevedibile anche il successo di una Maria de Filippi perfettamente a suo agio sul palco della Rai accanto ad un veterano Carlo Conti. Maria, semplice e spontanea, è una madrina e padrona di casa eccezionale, con i suoi abiti eleganti, le immancabili caramelle e quel connubio di leggerezza e profondità che ha stemperato ansie da prestazione e polemiche sterili (e regalato share inaspettati!).
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Il festival delle larghe intese e dei piccoli grandi eroi. Fil rouge di questa edizione è il particolare che diventa straordinario, l’amore che eleva alla massima potenza il gesto più semplice e fa tanto rumore.Sanremo 2017: sintesi e pagelle
Tra gli ospiti le forze dell’ordine e i volontari che hanno lavorato in questi mesi nelle zone colpite dal terremoto e la slavina che ha spezzato tante vite; Salvatore Nicotra, impiegato modello catanese, dedito con sincera passione al proprio lavoro da 40 anni. Il suo discorso ha commosso e insieme denunciato i nuovi impiegati pubblici, campioni di assenteismo e giochi di prestigio con le loro posizioni.
Quando vi vengono le idee di fare i “furbetti” o di creare malattie inesistenti vi prego… questo è mortificante per tutti i milioni di giovani precari che lavorano e dopo 4 o 5 mesi perdono il lavoro, la dignità e la testa. Per questo motivo noi dipendenti pubblici siamo privilegiati, perché percepiamo uno stipendio per tutta la vita” dichiara, nell’applauso scrosciante del pubblico. E ancora i ragazzi di Mobasta, che regalano due felpe ai conduttori con il logo di questa fantastica iniziativa contro il bullismo che parte dal basso, dalle scuole, da chi lo vive (e lo vede) quotidianamente; il nonno che a Nizza, durante l’attentato dello scorso luglio, ha salvato i suoi nipoti dal camion impazzito, riportando numerose ferite nel corpo e nell’anima; i Ladri di carrozzelle, incredibilmente bravi ed ironici che han fatto di necessità virtù e lanciano un messaggio forte al pubblico dell’Ariston.
Poi musica e spettacolo: tra i tanti Tiziano Ferro (che omaggia Tenco), Ricky Martin, Raul BovaClean Bandit, Keanu Reeves, Giorgia, Francesco Totti, Robbie Williams, Diletta Leotta (che, in un vestito da sogno, porta la sua testimonianza da vittima di cyberbullismo), Zucchero, Mika, Luca Zingaretti, Geppi Cucciari, Enrico Montesano, Carlo Cracco, Rita Pavone (che riceve un premio per i suoi 55 anni di carriera), Alvaro Soler, LP, i Biffy Clyro e Maurizio Crozza, che dopo le sue pungenti e simpatiche cartoline raggiunge “Maria e Carlo, Carlo e Maria” sul palco, durante l’ultima serata.
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Il primo a laurearsi campione è Lele con Ora mai, tra le nuove proposte. Poi l’attenzione è tutta sui big, stelle e stelline della canzone italiana che propongono 22 validissimi testi. L’amore è una costante al Festival, fin dalla prima edizione, eppure il podio non vede canzoni romantiche. Terzo Ermal Meta, che vince anche il premio critica Mia Martini, con Vietato Morire. Seconda Fiorella Mannoia con Che sia benedetta, che vince il premio sala stampa Lucio Dalla per il miglior testo. Primo Francesco Gabbani, con Occidentali’s Karma che ottiene anche il premio TIMmusic2017.
Fino all’annuncio del vincitore eravamo pronti a incoronare la favorita Fiorella Mannoia e invece Gabbani ci sorprende (e si sorprende) scoprendosi primo. La canzone è cliccatissima, super orecchiabile e pare che molti l’abbiamo metabolizzata in questi giorni dopo il primo ascolto, sdoganandola momentaneamente dall’immagine della scimmia che balla sul palco, per cogliere i  numerosissimi riferimenti simbolici. Occidentali’s Karma “scimmiotta” la tendenza tutta occidentale di rifarsi a terminologie e filosofie orientali nelle quali inglobare i paradossi del nostro tempo. Un mondo di spunti e riflessioni che va ben oltre il verso “la scimmia nuda balla”, al quale i criticoni si appellano gridando a gran voce allo scandalo e rivendicando le vecchie glorie. In realtà “la scimmia nuda” fa riferimento all’omonimo saggio dell’antropologo Morris che definisce l’uomo la scimmia nuda, appunto, (in quanto priva di pelo). Insomma, tra i fischi e il plauso del pubblico, una vittoria meritata e una classifica coerente, poco clemente forse Zarrillo e Moro. Di seguito le pagelle dei campioni di Sanremo2017:
Sanremo 2017: sintesi e pagelle


Fiorella Mannoia – Che sia benedetta 8

Magistrale, matura, cosciente, sentita, l’esibizione della Mannoia la elegge papabile fin dal primo ascolto. L’applauso dell’Ariston a fine gara è per lei. 

Ermal Meta – Vietato Morire 8
Ermal ci ha abituato ad emozioni autobiografiche predigerite, autentiche, riportate con fedeltà ma reinventate in chiave artistica, senza per questo renderle eccessivamente edulcorate o finte. Podio doveroso per un artista completo. Probabilmente non troppo incline ai sentimentalismi manifesti, è con un sorriso autentico e genuino che accetta i fiori di Sanremo in attesa del suo premio e ne fa omaggio a Maria de Filippi. 

Francesco Gabbani – Occidentali’s Karma 8+
L’assenza di filo logico è solo apparente, la canzone è più di quel che sembra. Le performance sono parte integrante del testo, lo esplicano e lo alleggeriscono del suo carico. Sicuramente una novità. L’estro, l’originalità e il talento sono assolutamente da primo posto, sebbene non tutti ci avrebbero scommesso. Umile nel “chiedere scusa” alla Mannoia per aver scansato un colosso e nel ricevere il plauso del teatro che balla assieme a lui. 

Michele Bravi – Il diario degli errori 7
Nonostante la giovane età guadagna la sufficienza e un meritato quarto posto. Bella la canzone e terribilmente espressivo lui nell’interpretarla. Promettente. 

Paola Turci – Fatti bella per te 7
Energia e grinta. Una chiave diversa del riscatto sociale delle donne. Paola elegante e matura, più che promossa.

Sergio Sylvestre – Con te 6 e 1/2
Estensione vocale, presenza scenica, soul e una dolcezza infinita. Sergio conquista, ma non è per tutti. 

Elodie – Tutta colpa mia 6
Manca qualcosa di minuscolo per permetterle un salto di qualità. Ma la ragazza ha talento, saprà rifarsi.

Fabrizio Moro – Portami via 6
Anche a Fabrizio è mancato quel tanto che bastava per spingerlo più in alto. Forse un po’ lenta la canzone rispetto a ciò che siamo abituati a sentire.

Bianca Atzei – Ora esisti solo tu 7+
E’ una canzone da Sanremo, che raccoglie l’eredità di una tradizione di canzoni d’amore delle scorse edizioni del festival, anche quelle del secolo scorso. Una prospettiva positiva e incoraggiante, che emoziona la stessa Bianca. Brava. 

Samuel – Vedrai 6
Canzone che in altri contesti avrebbe sicuramente trovato maggior riscontro. Messa senza dubbio in ombra dalle altre. 

Marco Masini – Spostato di un secondo 6
Dispiace per Masini, poteva guadagnare qualche posizione in più. La canzone è continuum del suo percorso. 

Michele Zarrillo – Mani nelle mani 7
Zarrillo graffia e accarezza, come è solito fare nei suoi brani. Meritava la top5.

Ron – L’ottava meraviglia 6- 
Sufficienza stiracchiata per Ron, che si riscatta con il ritornello molto sanremese, mentre le strofe vanno un po’ rincorse. Poteva gareggiare ancora.

Alice Paba e Nesli – Do retta a te 6-
Non troppo male ma difficile da far emergere tra le canzoni in gara. Fuori contesto, sicuramente meglio. 

Non raggiungono la sufficienza, invece: 
Lodovica Comello – Il cielo non mi basta 5
Giovanissima e poliedrica, vanta tanta esperienza in campi differenti. Ancora troppo acerba per il festival.

Giulia Luzi e Raige – Togliamoci la voglia 4 e 1/2
Testo poco originale, messaggio non pervenuto. Ritmo ok, ma l’Ariston non è il palco giusto. 

Alessio Bernabei: Nel mezzo di un applauso 4
Penultima, la canzone non prende, non coinvolge. Non resta. 

Clementino: Ragazzi fuori 5
Piacevole ma non bellissima, non regge il confronto con la canzone che presentò nella scorsa edizione. Il festival penalizza il rap e anche i pochi versi in dialetto napoletano. Meritevole il tema.

Gigi d’Alessio – La prima stella 4 e 1/2
La canzone, con qualche aggiusto al testo e all’arrangiamento, meritava forse una terzo ascolto. Ma Gigi manca di inventiva e il brano ne risente. Di poco gusto il commento su twitter, poco sportivo.

Al Bano: Di rose e di spine 4
Cucita su misura per Al Bano, ma non decolla. Troppo simile alle precedenti, nessuna novità. Penalizzato ulteriormente dalle interviste post festival e dalla triste uscita alla consegna dei premi: in mancanza di un premio fisico al momento della proclamazione spezza un fiore dal bouquet di un allibito Ermal Meta. Al Bano incarna una vecchia generazione di artisti che ha indiscutibilmente un posto di prestigio nella storia della musica, ma non riesce a rassegnarsi al tempo che passa. Molto deludente sul finale. 

Giusy Ferreri – Fa talmente male 5
Chiara – Nessun posto è casa mia 5

Calanti entrambe in questo Festival. Le canzoni non prendono come dovrebbero e loro sembrano avere le pile scariche. Peccato. 

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1 Commento

  1. 25 Aprile 2017 at 17:36

    Sinceramente non ho visto la De Filippi a sua agio sul palco dell’Ariston. Credo che il target sanremese non sia adatto ad una compassata moderatrice come lei. Avrei preferito una partner più vivace accanto alla intramontabile Carlo Conti, che invece come un fresco lana è adatto a tutte le stagioni. Saluti. Luigi