TIPI DA FESTE
Sono in mezzo a noi. E se non ne conosci, allora sei tu.
Le feste, si sa, sono sinonimo di famiglia. In nome di questo mantra un gran numero di persone si sottopone – volontariamente e non – ad un esodo forzato verso casa di amici e parenti che, spesso, fanno la loro comparsa proprio negli ultimi dieci giorni dell’anno. Ed è proprio in questi giorni di convivenza con i proprio consanguinei che si ricevono i regali più particolari, si assiste a esilaranti scene di vita domestica, ma soprattutto si ritrovano i classici “tipi-da-feste” di cui, siamo certi, in ogni casa si nasconde almeno un esemplare.
– MASTERCHEF: categoria piuttosto ampia nella quale ci sentiamo di racchiudere sia novellini dei fornelli dalle esuberanti ricette di cucina fusion e contemporanea, sia le nonne, le mamme e le zie che in due settimane danno fondo alla loro immensa conoscenza gastronomica tradizionale. Regine incontrastate dei fornelli, profumano di farina, sugo ed erbe aromatiche, conoscono le dosi esatte di ogni ricetta alla perfezione tanto da aver abbandonato da anni misurini e bilance versando ad occhio in pentole e zuppiere: inutile dire che per quanto ci si sforzi, non hanno eguali. Di solito non restano sedute per più di dieci minuti, tra una portata e l’altra, e pur avendo fatto la spesa per un regimento e preso la residenza in cucina da giorni, sono quelle che mangiano di meno rispetto agli altri commensali (salvo assaggi e piccoli furti dal carrello primo che questo venga portato in sala da pranzo);
– IL SIMPATICO: si, lo sappiamo, dopo il secondo bicchiere di rosso lo siamo un po’ tutti, ma lui (o lei) brillano anche da sobri. Sono quelli che hanno da ridire sulla disposizione di piatti e forchette, che sorridono compiaciuti mentre lo zio scarta la cravatta con gli alberi di natale che si illuminano che gli hanno regalato e che al primo numero estratto dalla tombola urlano “AMBO!”. Sono portatori sani di incomprensibile sarcasmo, commentano con sdegno la gioia inverosimile dei film di Natale che scorrono in sottofondo durante il pranzo e cercano disperatamente di spiegare le barzellette che raccontano per far ridere gli ospiti (nella maggior parte dei casi, fallendo miseramente);
– IL POLIZIOTTO: Scotland Yard a Natale perde una parte considerevole dei proprio impiegati, che si mimetizzano tra i commensali, sorridono innocenti e si sistemano la sciarpa, prima di inforcare gli occhiali e cogliere il momento giusto per le domande di rito. “E il fidanzato? Quando ti sposi? Quando lo avrai un bambino? Al lavoro come va? Ma sei ingrassata dall’ultima volta? Quando ti laurei? Hai visto la macchina del figlio dei vicini, tu quando potrai permettertela, eh?”. E solo quando avranno sciorinato domande su domande e terminato tutti i capi d’accusa passeranno all’indagato successivo, chiunque esso sia. Portate pazienza e se proprio non riuscite a fingervi morti, considerate che il prossimo round sarà tra soli 365 giorni;
– LA “DA DOMANI A DIETA”: si, si, si! Abbiamo capito, inutile ripeterlo tra un boccone e l’altra dopo l’antipasto, il primo, il dolce e il caffe. Siamo tutti psicologicamente preparati al digiuno forzato post-feste e abbiamo l’abbonamento in palestra che già suda nella tasca del borsone, quindi lasciaci finire questo piatto indecorosamente abbondante e calorico senza stress! Vogliamo mica far dispiacere la nonna?
– IL GRINCH: insofferenti agli auguri occasionali, intolleranti all’euforia collettiva, allergici alle effusioni pubbliche e private, con una soglia glicemica estremamente minima, un broncio impermeabile a qualsiasi tipo di carineria e grugniti infastiditi, gli appartenenti a questa categoria sono più numerosi di quanto si possa pensare e non passano certo inosservati. Dire che le feste non siano propriamente il loro periodo migliore è un pallido eufemismo; dopo il sei gennaio sospirano rasserenati ma non troppo: c’è ancora un anno intero di date da non-celebrare.
– IL RICICLATORE: se l’economia è in stallo la colpa è un po’ anche sua. Poco incline agli acquisti, il riciclatore impacchetta con doviziosa cura qualsiasi cosa gli appartenga che non mostri particolari segni di usura, di cui custodisce ancora le confezioni o che conserva con tanto di fiocco e bigliettino d’auguri dallo scorso Natale. Se ti sembra di aver già visto da qualche parte quelle pantofole, forse non soffri di allucinazioni…
E voi? A quale categoria appartenete? Ne avete altre da denunciare? Fatecelo sapere nei commenti. Nel frattempo Borxa augura a tutti buone feste e un sereno anno nuovo!