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Olimpiadi, che passione!

Tanta musica e colori sgargianti: questo il benvenuto di Rio alle Olimpiadi di quest’anno, nello stile del suo celebre carnevale. Danze ed effetti speciali hanno preceduto la presentazione degli atleti, sotto gli occhi sbalorditi di 70.000 spettatori. La cerimonia di apertura ha avuto luogo stanotte, all’1 ora italiana, nello stadio Maracanà di Rio de Janeiro, già teatro dei recenti mondiali. E proprio come in occasione dei mondiali di calcio, questa trentunesima edizione dei giochi Olimpici ha avuto a che fare con non poche polemiche, essendo la città spaccata in due, tra il benessere di pochi e le condizioni di estrema povertà di gran parte della popolazione che abita le favelas.
Ciò nonostante, lo spettacolo è assicurato e già dalle sue prime ore questa edizione ci regala un momento di solidarietà non solo sportiva. Il messaggio ambientale lanciato durante la sfilata è molto chiaro: i cinque cerchi olimpici sono stati realizzati con delle piante, un volontario per ciascun Paese ha scortato la nazionale in bicicletta, ciascun portabandiera ha depositato un seme per la nascita della grande foresta degli atleti e sono stati illustrati i pericoli ormai tangibili del surriscaldamento globale. Un evento sportivo, insomma, che si fa portavoce di una tematica delicatissima e urgente che richiede l’attenzione proprio di tutti: la salvaguardia dell’ambiente, lo sviluppo sostenibile e le energie rinnovabili sono una responsabilità mondiale.

Bella e raggiante Federica Pellegrini, campionessa italiana di nuoto, che festeggia il suo ventottesimo compleanno sfilando come portabandiera italiana “Questa sfilata corona il mio sogno: significa che ho fatto qualcosa di importante per il mio Paese”.

Le Olimpiadi hanno da sempre avuto un effetto catalizzante, attirando l’attenzione di tutti gli appassionati e i curiosi in ogni angolo del mondo. La competizione è forte e palpabile ma la tensione è alleggerita dal clima di festa e comunione che anima gli atleti e ci fa simpatizzare, dalle nostre fresche e comode postazioni, per questo o quello sportivo anche se non indossa il tricolore. Si tratta di un evento di grande risonanza e anche il più pigro degli esseri umani non può che riconoscerne l’importanza e la dedizione con cui i Paesi ospitanti vi si dedicano, con lavori di progettazione, costruzione e collaudo lunghi e spesso dispendiosi.

Lo spettacolo dei giochi olimpici non è certo un’invenzione recente. L’evento come lo conosciamo oggi nasce da un’idea del barone Pierre de Couberti alla fine del XIX secolo, con l’intento di organizzare giochi similli a quelli disputati nell’antica Grecia. Questi ultimi erano celebrazioni  sportive e religiose, tenute ogni 4 anni nella città di Olimpia. Dal 776 a.c. al 393 d.c. si contano 292 Olimpiadi; queste erano utilizzate come riferimenti temporali e durante i giochi le guerre venivano interrotte. Le discipline nelle quali si fronteggiavano gli atleti erano la corsa dei cavalli con cinque carri, il pugilato, la “lotta dolorosa”, la corsa nei campi, una disfida in armi, il lancio di un oggetto pesante, il tiro con l’arco al bersaglio e il giavellotto. I vincitori erano osannati e celebrati con statue e poemi, fregiati con corone di alloro.
Alle donne non era permesso partecipare ma i giochi erano ritenuti “internazionali”, perché aperti a tutte le città stato della Grecia, soltanto ai cittadini che parlavano la lingua greca. I giochi, dedicati a Zeus, re degli dei, persero gradualmente importanza con l’aumentare dell’influenza romana in Grecia, fino al 393 d.c., quando l’imperatore Teodosio I li interruppe.

Le prime Olimpiadi moderne si svolsero ad Atene nel 1896. Nel 1924 vennero istituiti i Giochi Olimpici invernali che, fatta eccezione per i primi anni, si tengono a due anni di distanza da quelle estive. Ricordiamo inoltre Paraolimpiadi.
A differenza della tradizione greca, le nuove Olimpiadi risentirono del clima internazionale tanto da essere sospese durante la prima e la seconda guerra mondiale, soggette a restrizioni (i vincitori del primo conflitto mondiale non permisero agli sconfitti di partecipare alle Olimpiadi del 1920), boicottaggi (Paesi Bassi, Spagna e Svizzera rifiutarono di partecipare nel 1956 in segno di protesta per la repressione sovietica della rivolta ungherese;  Cambogia, Egitto, Iraq e Libano a causa della Crisi di Suez e durante la guerra fredda furono Usa e Unione Sovietica a recarsi danno a vicenda) e utilizzate come strumento di propaganda nazista durante le Olimpiadi di Berlino nel 1936.
Ma le Olimpiadi dell’era moderna hanno fornito anche un grande contributo nella lotta al razzismo e le discriminazioni, tanto che molte leggende dello sport mondiale sono donne e atleti di qualsiasi etnia e provenienza.

Tutti gli occhi sono puntati al piccolo e maxi schermo, in attesa delle competizioni e della magia di uno spettacolo senza tempo. Le nostre congratulazioni a tutti gli sportivi in gara e un particolare in bocca al lupo ai nostri azzurri.

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